"LEI NON SA CHI MI CREDO DI ESSERE"

Sono un imprenditore che guida un team di circa 40 persone, diviso tra arte contemporanea e tecnologia. Il mio lavoro mi porta a confrontarmi con istituzioni, banche, fiscalisti, consulenti, clienti e partner di grande rilievo. Ho una profonda conoscenza dei processi aziendali, so programmare e creare algoritmi, gestisco la delega, comprendo i bilanci, padroneggio il digital marketing e mi muovo con empatia, gentilezza, determinazione e consapevolezza del rischio. Conosco il valore della forma e del protocollo. Questo elenco racchiude ciò che so, ma questa pagina non si chiama "cosa so", bensì "chi sono". Per arrivarci, partiamo da "cosa sono".

 

 

Sono un prodotto della biologia, un essere vivente che è nato biologicamente e biologicamente morirà. Sono anche un complesso sistema neuronale, tanto articolato da non poter essere né contenuto né definito interamente. Inoltre, sono un "database" di esperienze e informazioni immagazzinate nel mio sistema neurale. Ma il "chi sono" va oltre.

 

 

"Chi sono" non può essere definito in solitudine, perché il "chi" implica sempre una relazione. Mentre "cosa so" e "cosa sono" si rivolgono a un osservatore, che potrei essere anche io, il "chi sono" presuppone un altro da me. Definire "chi sono" significa quindi chiedersi "chi sei tu" e, soprattutto, "cosa possiamo fare insieme".

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Cosa possiamo fare insieme? Due cose, o una loro combinazione. La prima: sorridere con ironia delle stranezze della vita. La seconda: mettere le nostre risorse a servizio di qualcosa di più grande, generando nuove opportunità con amore e creatività.